Perché tutti amano una buona storia d’amore?
Tutti amano una buona storia d’amore. Fa parte della nostra fibra. In quanto esseri umani, ci commoviamo di fronte a storie che ci parlano della fedeltà, dell’impegno e del sacrificio personale di una persona per un’altra.
Uno dei miei film preferiti è “La vita è bella”. Probabilmente lo avete visto. È molto famoso. È una storia meravigliosa d’un ebreo italiano durante la Seconda Guerra mondiale che si innamora d’una donna e insiste finché la conquista. Si sposano e hanno un figlio. Lui fa tutto quello che può per farli felici, anche quando vengono messi in un campo di concentramento. Veramente è una bella storia dell'amore d’un marito per la moglie, e di un padre per il figlio. È un tipo di storia che può toccare il cuore anche della persona più cinica o amareggiata.
La storia di Osea è la stessa. Questi primi tre capitoli sono una storia d’amore - la storia della fedeltà, dell’impegno e del sacrificio di Dio per il suo popolo. È la storia del suo amore redentore, espressa nella storia di Osea e di sua moglie Gomer. Ciò che rende questa storia così sorprendente è che la sposa era così infedele e così indegna dell’amore del marito. Meritava condanna e punizione. Invece, a causa dell’amore incessante del marito, fu redenta.
È una storia dell’amore di Dio per noi, anche se non siamo per niente amabili e degni del suo affetto. Parla del suo impegno, lealtà e fedeltà verso di noi, anche quando abbiamo fallito e gli siamo stati infedeli. Racconta una storia d’amore vero.
Il capitolo 2 di questa storia si muove in tre parti: i versetti 2-13 parlano di un matrimonio infranto. I versetti 14-15 parlano di un nuovo corteggiamento. Infine, i versetti 16-23 parlano di un nuovo fidanzamento.
Un Matrimonio infranto
I versetti 2-13 descrivono la dolorosa realtà del matrimonio infranto di Osea. Come abbiamo imparato dal Capitolo 1, Dio disse al profeta Osea di sposare una donna che gli sarebbe diventata infedele. Dio disse a Osea di farlo, perché sarebbe servito come analogia dell’infedeltà di Israele verso Dio. Anzi, non solo era infedele, si diede alla prostituzione. 1:2: “Il Signore cominciò a parlare a Osea e gli disse: <Va’, prenditi in moglie una prostituta e genera figli di prostituzione, perché il paese si prostituisce, abbandonando il Signore>”. Chiunque avesse visto la situazione di Osea si sarebbe dispiaciuto per lui e sarebbe rimasto sconvolto dal comportamento malvagio di Gomer.
Il matrimonio è un patto solenne tra un uomo e una donna. Non c’è relazione più intima sulla terra del rapporto tra un marito e una moglie. Questo rapporto sorpassa tutte le altre relazioni tra due persone. È unione di corpo con corpo e anima con anima. Come Adamo ha detto di sua moglie all’inizio, “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne”. Dio ha detto che “l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne”.
Quando un uomo e una donna entrano nel patto del matrimonio, si impegnano a essere reciprocamente fedeli fino alla morte. Ma Gomer violò tutto questo con il suo adulterio e infedeltà. Dormì ripetutamente con altri uomini e violò il patto sacro del matrimonio. Aveva molti amanti, e si diede anche alla prostituzione. Era la prostituta del paese, e tutti lo sapevano. Possiamo solo immaginare il tipo di dolore, di vergogna e di delusione che questo portò al profeta Osea.
Osea la implorò molte volte di pentirsi e di smettere di vivere in questo modo. Voleva che tornasse a lui. Le era stato fedele e avrebbe continuato ad esserlo. Al versetto 2 leggiamo che Osea chiese a suo figlio Izreeldi implorare sua madre a pentirsi: “Contestate vostra madre, contestatela! …Tolga dalla sua faccia le sue prostituzioni e i suoi adultèri dal suo petto”.
La realtà del loro matrimonio era praticamente scomparsa. Per questo Osea dice, “perchè lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito!” Erano ancora legalmente sposati, ma a causa della sua infedeltà e prostituizione, non vivevano come marito e moglie. Osea l’avvertì delle conseguenze che sarebbero sorte se non avesse cessato il suo adulterio: “altrimenti io la spoglierò nuda, la metterò com’era nel giorno che nacque, la renderò simile a un deserto, la ridurrò come una terra arida e la farò morire di sete”.
Nel mondo antico l’umiliazione pubblica d’una moglie infedele non era infrequente. A volte una moglie adultera era portata in piazza o alle porte della città ed era spogliata nuda, le si tagliavano i capelli, e la gente la disprezzava. Poteva anche essere messa a morte. Osea avrebbe avuto il diritto legale di umiliarla e punirla pubblicamente, perché lei aveva umiliato lui e il suo nome con la prostituzione. Minacciò di non avere pietà dei suoi figli illegittimi: “Non avrò pietà dei suoi figli, perché sono figli di prostituzione, perché la loro madre si é prostituita; colei che li ha concepiti ha fatto cose vergognose”.
Gomer era così emotivamente e mentalmente confusa che non sembrava capire che era suo marito Osea che le aveva dato sostentamento e cure per anni. Pensava che fossero i suoi amanti a prendersi cura di lei: versetto 5: “Poichè ha detto: ‘Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane, la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bavande.’” E versetto 8 dice: “Lei non si è resa conto che io le davo il grano, il vino, l’olio; io le prodigavo l’argento e l’oro, che essi [cioè, Gomer ei suoi amanti] hanno usato per Baal!”
Il culto di Baal era popolare a quei tempi in tutta la Palestina. Si credeva che avesse potere sulle piogge, sull’agricoltura e sulla fertilità. Dal momento che Israele era in una società agricola, la tentazione di rivolgersi a Baal per la produttività era sempre presente. Baal era adorato in vari modi: attraverso la bestialità, il sacrificio umano, le mutilazioni e l’incesto. Non era solo un culto falso, era incredibilmente immorale e disumano.
Probabilmente il modo più popolare di adorare Baal era mediante l’attività sessuale in uno dei tanti santuari pagani del paese. Un adoratore andava al tempio pagano e pagava una delle tante prostitute del tempio, e spesso mangiava e beveva in un rituale, presumibilmente per incitare Baal e fargli dare fertilità e produttività. Sembra che Gomer fosse coinvolta in questo comportamento spregevole con i suoi amanti. Aveva usato in osceni riti pagani a Baal l’argento e l’oro che Osea le aveva dato come doni ed espressioni del suo amore per lei, e aveva dato il suo corpo ad altri uomini.
Per questo Osea dice al versetto 13:“La punirò a causa dei giorni dei Baal, quando bruciava loro incenso e, ornata dei suoi pendenti e dei suoi gioielli, seguiva i suoi amanti e dimenticava me”.
Ma tutto questo comportamento orribile di Gomer era un sermone vivente che illustra l’orribile comportamento di Israele verso il Signore. Così come Gomer era infedele al marito Osea, Israele era stato infedele a Dio. Israele aveva fatto voti presso il Sinai, stringendo un patto con il Signore, ma gli fu infedele. Non avrebbero dovuto avere altri dèi oltre a lui, e invece adorarono gli idoli di Baal, di Astarte e di Moloc.
Così come Gomer pensò erroneamente che i suoi amanti le avessero dato sicurezza, mentre infatti era Osea, Israele faceva la stessa cosa con il Signore. Israele presumeva che Baal stesse benedicendo il paese, quando era il Signore che aveva li aveva sostenuti per tanti secoli, anche se vivevano in ribellione contro Dio.
Ma Dio aveva avuto abbastanza della loro falsa adorazione, immoralità sessuale, corruzione, menzogna e indifferenza. Aveva avuto pazienza e misericordia con loro per secoli. Era ora che le sanzioni del patto del Sinai venissero emanate in piena forza. Il regno settentrionale stava per raggiungere una fine catastrofica. Dio avrebbe mandato i feroci assiri ad invadere il paese, a decimare le sue città e a portare il popolo in schiavitù.
Ma proprio quando ci aspettiamo il peggio, Dio fa qualcosa di completamente diverso.
Un Nuovo Corteggiamento
“«Perciò, ecco, io l’attirerò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Di là le darò le sue vigne e la valle di Acor come porta di speranza; là mi risponderà come ai giorni della sua gioventù, come ai giorni che uscì dal paese d’Egitto. Osea avrebbe potuto distruggere Gomer. Invece, si rivolse di nuovo a lei e la corteggiò nuovamente. Invece di ucciderla, volle salvarla e ripristinare il proprio matrimonio. Ci sarebbe stata una grande inversione! La valle di Acor era il luogo in cui Acan era maledetto, ma sarebbe diventato un luogo di speranza”. (versetti 14-15)
Osea avrebbe potuto distruggere Gomer. Invece, si rivolse di nuovo a lei e la corteggiò nuovamente. Invece di ucciderla, volle salvarla e ripristinare il proprio matrimonio. Ci sarebbe stata una grande inversione! La valle di Acor era il luogo in cui Acan era maledetto, ma sarebbe diventato un luogo di speranza.
Questo è un quadro, come una foto, di quello che Dio ha fatto con Israele. Sì, Israele sarebbe stato punito per la sua violazione del patto, ma Dio non aveva chiuso le porte al suo popolo. Non avrebbe dimenticato la sua promessa ad Abraamo, che aveva fatto molto prima del patto con Israele al Sinai.
Al versetto 14, Dio cominciò a dire come avrebbe salvato il suo popolo. Ci sarebbe stato un nuovo corteggiamento, una nuova relazione e un nuovo matrimonio. Il Signore promise di avviare la riconciliazione e il restauro del suo rapporto con il suo popolo.“Quel giorno avverrà,” dice il Signore al versetto 16, “che tu mi chiamerai: ‘Marito mio!’ e non mu chiamerai più: ‘Mio Baal!’”
Il nome “Baal” significa “padrone”. Ma Dio dice che quando ripristinerà il suo popolo, lo chiameranno “Marito mio!” e non “Padrone mio!” Il rapporto che abbiamo con i nostri idoli è sempre un rapporto di schiavo e padrone. I nostri idoli non ci amano mai, non si preoccupano mai di noi e non mostrano mai misericordia. Ci emozionano un po’, ci entusiasmano, ma non ci possono offrire una cura. Alla fine, non ci forniscono mai le cose che hanno promesso. Ci schiacceranno.
Quando cerchiamo di mantenere il controllo delle nostre vite vivendo per altre cose - soldi, carriera, famiglia, fama, relazioni romantiche, sesso, potere, comodità, cause sociali e politiche, o qualcosa altro - il risultato è sempre una perdita di controllo, una forma di schiavitù. Ognuno deve vivere per qualcosa, e se questo qualcosa non è Dio, finisce per dominarci – facendoci sgobbare per raggiungerla e riempiendoci di paure eccessive se è minacciata, di rabbia profonda se viene bloccata e di inconsolabile disperazione se si perde.
Ma nella storia d'amore del vangelo, Dio ci dà qualcosa che gli idoli dei nostri cuori non possono mai fornire: ci dà un nuovo corteggiamento e un nuovo patto. Versetto 18: “Quel giorno io farò per loro un patto”. È un riferimento al nuovo patto. Ascoltate il linguaggio di pace: “spezzerò e allontanerò dal paese l’arco, la spada, la guerra, e li farò riposare al sicuro”. Dio parla di una vita senza guerra, una vita di pace.
Questa pace non sarebbe venuta dall’obbedienza d’Israele alla legge. Non sarebbe venuta dal patto antico. Invece, sarebbe venuta dal nuovo patto, mediato dal Salvatore che avrebbe compiuto la legge. Dio avrebbe dato questo Salvatore al suo popolo come suo marito. Promise al suo popolo un nuovo fidanzamento.
Un Nuovo Fidanzamento
Io ti fidanzerò a me per l’eternità; ti fidanzerò a me in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni. Ti fidanzerò a me in fedeltà, e tu conoscerai il Signore. (versetti 19-20)
Dio promette di sposare per sempre il suo popolo. Lo sposerà in giustizia. Questo patto di matrimonio non sarà annullato! Avverrà “in giustizia e in equità, in benevolenza e in compassioni [e] in fedeltà”.
Amati, questa bella promessa è stata adempiuta in Gesù Cristo! E riceviamo quei doni in Cristo: “giustizia…benevolenza…compassioni…fedeltà”. Li riceviamo solo per grazia di Dio, solo tramite la fede, solo in Cristo! La nostra unione con Cristo ci dà una nuova natura, un nuovo stato, un nuovo patto e un nuovo matrimonio con Dio!
Senza Cristo, siamo come Gomer. Viviamo per gli idoli dei nostri cuori e le passioni peccaminose della carne. Eravamo Lo-Ruama e Lo-Ammi(“Senza Compassione” e “Non il mio popolo”). Ma in Cristo questi nomi non si applicano più a noi. Dio ci dice, come dice Osea al versetto 23: “Avrò compassione di Lo-Ruama; e dirò a Lo-Ammi: ‘Tu sei mio popolo!’ ed egli mi risponderà: ‘Mio Dio!’” Riceviamo tutti i benefici del marito fedele che si è sacrificato per la sua sposa! “Voi, che prima non eravate un popolo”, dice l’apostolo Pietro nel Nuovo Testamento, “ma ora siete il popolo di Dio; voi non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia”.
Poiché Cristo ci ha portato ad essere la sua sposa, ha preso la nostra “dote” di peccato e vergogna, e in cambio ci ha dato la sua gloriosa eredità. Come ha scritto il Riformatore Benedetto Fontanini nel suo meraviglioso libretto Il Beneficio di Cristo,
La sposa similmente dice con grandissima allegrezza: Gli reami e gli imperi del mio diletto sposo sono miei, io son regina e imperatrice del cielo e della terra, le ricchezze del mio marito, cioè la sua santità, la sua innocenza, la sua giustizia, la sua divinità con tutte le sue virtù e potenze sono mie facultà; e perciò son santa, innocente, giusta e divina; alcuna macula non è in me; son formosa e bella, perciocchè il mio dilettissimo sposo non è maculato, ma formoso e bello, e, essendo tutto mio, per conseguente tutte le sue cose sono mie, e, perchè quelle sono sante e pure, io divento santa e pura.
Questo è ciò che hai in Cristo! Tutte le sue qualità sono le tue! Tutta la sua eredità è tua! Dio vede il credente come persona santa e giusta, attraverso la santità e la giustizia di Cristo. La nostra unione con Cristo include l’imputazione di obbedienza attiva di Cristo per noi. Ecco perché è venuto nel mondo: per prendere per sé una Sposa. Questa è la trama della storia umana: Cristo Re e fedele Marito, che viene per la Sposa!
Guardate al Signore Gesù Cristo e riponete la vostra fiducia in lui, perché nel suo vangelo sentiamo una storia dell’inesorabile amore di Cristo, una storia d'amore vera. In lui, riceviamo il perdono dei peccati e la vita eterna.
~Rev. Michael Brown