Perché Gesù ebbe compassione dei peccatori?
Immagino che ad alcuni di noi la piccola storia di Zaccheo sia molto familiare. Probabilmente l’abbiamo sentita quando eravamo bambini. Forse abbiamo anche cantato canzoncine su Zaccheo, come i bambini spesso fanno in America. In realtà, questa storia può esserci così familiare fin dall'infanzia che non vediamo la sua grande profondità. Potremmo avere la tendenza di pensare che sia una storia per bambini. Dopo tutto, c'è questo omino che vuole vedere Gesù, ma essendo troppo basso per vederlo in mezzo alla folla, si arrampica su un albero. Gesù va poi a casa sua e c’è un lieto fine. Sembra piuttosto carino.
In realtà, tuttavia, questa storia è una delle più importanti di tutta la Bibbia perché rivela il cuore e lo scopo della missione di Cristo al mondo. Rivela Gesù come il grande Cercatore, colui che è venuto a cercare e salvare i perduti. E ci dimostra che nessuno è al di là della portata della grazia di Dio.
Questo è un messaggio che abbiamo bisogno di sentire, perché il fatto è che a volte guardiamo la gente e trattiamo le persone come se fossero al di là della portata della grazia di Dio. Vediamo i peccatori in questo mondo e ci manca la compassione. Ci dimentichiamo che solo il Vangelo può cambiare i loro cuori. E dimentichiamo che solo il Vangelo può cambiare i nostri cuori, che devono sempre essere cambiati sempre di più.
Questo brano ci mostra quattro cose: 1. L’attrazione per Gesù. 2. La chiamata di Gesù. 3. Il reato di Gesù. 4. Il potere di Gesù.
L’attrazione per Gesù
La gente era attratta a Gesù, non perché era tra i ricchi e belli del suo tempo. Non lo era. In questo senso, era molto semplice e ordinario. Come predisse Isaia: "[Gesù] non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci”. In America c'è una rivista popolare che ogni anno fa una lista delle persone più belle del mondo e poi annuncia chi è "l'uomo più sexy del mondo”. È sempre un attore o un personaggio famoso. È importante capire che Gesù non sarebbe mai stato su quella lista.
La gente era attratta da lui, tuttavia, a causa dei suoi insegnamenti. Non era proprio una persona simpatica a tutti. Molti non lo amavano ed erano offesi dalle cose che diceva. Ma molti altri si stupivano, perché non insegnava come gli altri rabbini del suo tempo. Insegnava con autorità. Spiegava davvero le Scritture e parlava chiaramente del perdono dei peccati e del regno di Dio.
Altri erano attratti da lui a causa dei miracoli che compiva. Vedevano la sua grazia e misericordia verso i malati, i poveri, gli indemoniati e gli emarginati. Sì, alcuni volevano solo approfittare di lui, sperando di ottenere un pasto gratuito. Ma questo non cambia il fatto che molti gli erano attratti. Aveva un certo fascino. La gente era curiosa. Potrebbe essere il Messia promesso? Potrebbe portare il regno promesso? Potrebbe guarirmi? Potrebbe perdonare i miei peccati?
Queste erano le domande che passavano per le menti delle persone mentre Gesù andava di città in città, predicando il vangelo. Grandi folle si radunavano ovunque andasse, compresa la città di Gerico, dove la storia ha avuto luogo. Gerico era l'ultima fermata sulla strada. Come al solito, c'era un sacco di gente per le strade, che era uscita a vedere Gesù.
E tra loro c'era quest’uomo di nome Zaccheo. Luca ce ne dà un dettaglio importante al versetto 2: era "capo dei pubblicani ed era ricco”. Zaccheo era un CAPO dei pubblicani, il che significa che si trovava verso la cima della catena alimentare per la raccolta delle tasse. Otteneva una parte delle commissioni di altri esattori delle tasse disonesti. E questo lo rese molto ricco. Si stava arricchendo lavorando per i Romani e rubarando ai suoi connazionali.
Possiamo immaginare quanto fosse odiato in Israele. Era il peggiore tra i peggiori. Era un truffatore, un imbroglione, e totalmente sleale verso il suo stesso popolo. Per molti ebrei, Zaccheo rappresentava tutto quello che andava male in Israele in quel momento.
Allora, cos'è che ha spinto questo esattore corrotto, ricco sfondato e incallito a salire su un albero? Non è il tipo di persona che ci aspettiamo che agisca in questo modo. Immaginate se dovesse accadere al nostro tempo: Gesù, il famoso maestro, arrivando a Milano...va in Piazza del Duomo di sabato, quando è pieno di gente...una folla enorma comincia a formarsi attorno a lui...da lì cammina attraverso la galleria insieme alla folla...
Zaccheo, uno degli uomini più ricchi della città – un uomo con molte case, Lamborghini, e il più grande yacht a Portofino – vede la folla dalla finestra del suo ufficio nella parte superiore di un palazzo... si scende ed esce dall’edificio...si fa strada attraverso la folla... alla fine si arrampica su un albero per dare uno sguardo a Gesù...Sarebbe un comportamento strano per un uomo come questo, un uomo potente che sembra abbia tutto nel mondo.
Eppure, qualcosa sta succedendo nel cuore di quest’ uomo. Vuole vedere Gesù. Prova curiosità per questo famoso maestro e gli è attratto per qualche ragione. È così disperato di vederlo che si arrampica su un albero per dargli un’occhiata e sentire quello che ha da dire.
È così per ogni persona che vuole vedere Gesù. Chi vuole vedere Gesù non sarà rifiutato! Potrà anche agire contrariamente al proprio carattere se è quello che ci vuole.
Forse qualcuno agisce contrariamente alla propria personalità anche oggi per venire in chiesa, o prendendo tempo per ascoltare questo sermone. Non è quello che farebbe normalmente, ma per qualche motivo si ritrova stranamente attratto da Gesù, e curioso di conoscerlo. In effetti, non è forse per questo che siamo tutti qui?
Ma in realtà Gesù è alla ricerca di noi e ci avvicina a se stesso. È quello che ha fatto con Zaccheo.
La chiamata di Gesù
Gesù vede questo famigerato esattore su un albero e lo chiama per nome: "Zaccheo". Deve averlo scioccato. Immaginate se voi cercaste solo di dare un’occhiata a questo famoso maestro, mentre cammina tra grandi folle, e all'improvviso si ferma, vi guarda in faccia e vi chiama per nome!
Come faceva a sapere il suo nome? Forse Zaccheo era così ben noto a Gerico che Gesù aveva già sentito parlare di lui. O forse no. Non ha molta importanza, perché Gesù conosce quelli che gli appartengono. È il pastore che conosce le sue pecore, anche prima che inizino a seguirlo.
In Giovanni capitolo 10, Gesù disse: "Io sono il buon pastore ... Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. È ciò che stava accadendo a Zaccheo. Gesù lo stava chiamando a sé. È così che agisce. Gesù non offre un invito garbato nella speranza di essere accettato. Al contrario, viene a prendere ciò che gli spetta di diritto.
Prima della fondazione del mondo, il Padre ha dato al Figlio una moltitudine innumerevole di persone non ancora nate, che sarebbero diventate peccatori corrotti bisognosi di redenzione. Il Figlio di Dio è venuto a salvarli dal giudizio che giustamente meritano. Andò alla croce per portare su di sé la loro vergogna e il loro peccato, e per subire l'ira di Dio contro tutti i loro peccati. Essi gli appartengono di diritto. Ed è per questo che Gesù viene a prenderli. Giovanni 6,37: "Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.
Vedete, noi non apparteniamo a Gesù perché siamo venuti a lui. Piuttosto, siamo venuti a lui perché già gli appartenevamo. Siamo stati attratti da lui per qualche ragione. E abbiamo sentito la sua chiamata a venire a lui, a riporre la nostra fiducia in lui, a prendere la nostra croce e a seguirlo. Se abbiamo fatto quelle cose, è perché prima della fondazione del mondo, il Padre ci ha dato al Figlio, e il Figlio ha pagato pienamente per noi con il suo sangue. "Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori”.
Notate la risposta di Zaccheo al versetto 6: “Si affrettò a scendere e lo accolse con gioia." È questa la risposta della persona che si rende conto improvvisamente che Gesù è interessato a lui. Zaccheo probabilmente pensava di essere l'ultima persona al mondo a cui Gesù sarebbe stato interessato. Non era abbastanza buono per Gesù. Immaginate la sua emozione ed eccitazione quando Gesù disse: "Oggi debbo fermarmi a casa tua”.
In verità, nessuno di noi è abbastanza buono per Gesù. Tutti noi siamo come Zaccheo agli occhi del Signore: sporchi, marci e storti. Forse non ci vediamo in quel modo, soprattutto se non abbiamo vissuto una vita come Zaccheo, a imbrogliare la gente e ad accumulare ricchezza a scapito degli altri. Ma la Bibbia è molto chiara: nessuno di noi è abbastanza buono per Dio.
Il problema di Zaccheo era che amava il denaro più di Dio. E tutto ciò che amiamo più di Dio è un idolo, qualcosa che adoriamo. È questo che la Bibbia chiama peccato. Il peccato è basare la propria vita su qualsiasi cosa - anche cose molto buone - più che su Dio. Fare un idolo di qualcosa significa dargli l'amore e la devozione che dobbiamo dare al nostro Creatore. E tutti noi lo abbiamo fatto. Siamo tutti venuti meno in questo modo.
Noi non siamo così buoni come pensiamo di essere - almeno non agli occhi di Dio. E anche le cose buone che abbiamo fatto non sono abbastanza belle da meritarci il favore e l'accettazione di Dio. Egli è un Dio santo e giusto che esige da noi, sue creature, una perfetta santità e giustizia, vale a dire, un comportamento perfetto secondo gli standard di Dio, non i nostri.
Il nostro problema più grande nella vita - di gran lunga maggiore a qualsiasi problema che dobbiamo affrontare - è che non abbiamo raggiunto quello standard. Ma è qui che inverviene Gesù che ha raggiunto quello standard. È l'unico che lo ha fatto. E quando ci chiama a se stesso, egli non dice, "purificati prima, e poi vieni a Me". Piuttosto, dice, "Sto arrivando. Fammi spazio". E come Zaccheo, quando ci rendiamo conto che Gesù è interessato a noi personalmente – a me, qualcuno che non merita il suo amore e favore! – la nostra reazione è la gioia. "Zaccheo si affrettò a scendere e lo accolse con gioia”.
Naturalmente, non tutti erano entusiasti che Gesù andasse a casa di Zaccheo...
Il reato di Gesù
Versetto 7 dice: "Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore»”.
"Peccatori" era una parola usata a quei tempi per indicare persone immorali con una cattiva reputazione nella società: i ladri, gli ubriaconi, le prostitute e i pubblicani. Erano considerati la feccia della terra. La gente li considerava scarafaggi in una grondaia sporca, o ratti che vivono in una fogna.
Eppure, Gesù, questo rabbino rispettato, andò lì a mangiare con uno di loro. La gente era scandalizzata. Mangiare con qualcuno nel mondo antico - soprattutto nella cultura ebraica - non era lo stesso come nella nostra società. Condividere un pasto con qualcuno aveva enormi implicazioni sociali. Era una comunione. Significava trascorrere del tempo con quella persona. Nella mente della gente, Gesù si screditò andando a casa di Zaccheo.
Forse proveremmo lo stesso sentimento se vedessimo Gesù che si invita a casa di qualcuno che detestiamo. Pensate a qualcuno che detestate, qualcuno che si tende a considerare un grande peccatore, qualcuno che è spesso l'oggetto della vostra rabbia e frustrazione. Forse è un politico, o qualcuno nei media - qualcuno che siete convinti che è un grande peccatore e che la società starebbe meglio se lui o lei se ne andasse o morisse.
È questo che la gente pensava di Zaccheo. Ed erano sconvolti che Gesù mangiasse con lui. Volevano che Gesù lo ignorasse o rimproverasse, non che andasse da lui! Che delusione! Pensavamo che Gesù fosse la persona giusta, ma si sta associando a quella persona! Possiamo immaginare i social media pieni di messaggi, immagini e commenti che disprezzano Gesù dicendo: "È andato ad alloggiare da un peccatore".
Il problema, naturalmente, non stava in Gesù, ma in queste persone che non riuscivano a considerarsi peccatori. I peccatori, nella loro mente, erano quei cattivi là fuori nella società, ma non loro. Quando pensiamo così, è perché non siamo ancora riusciti a capire che grandi peccatori siamo realmente. Forse riconosciamo di essere peccatori, ma abbiamo ancora la tendenza di confrontare noi stessi agli altri, e talvolta di agire come se alcune persone fossero semplicemente al di là della portata di Gesù.
Ma nessuno lo è. Dobbiamo ricordarlo, per non essere colpevoli dello stesso senso di auto-giustizia di quelle persone. Avrebbero dovuto gioire quando Gesù andò a casa di Zaccheo, non brontolare.
Ma questo è il reato di Gesù. Ci offende pensare che siamo tutti peccatori e bisognosi di lui. E ci offende che egli si rivolga a coloro che noi non, coloro che noi detestiamo e vogliamo che giudichi.
Il potere di Gesù
Non ci è detto per quanto tempo Gesù rimase a casa di Zaccheo, né tutto ciò che fu detto in probabilmente ore di conversazione. Ma Luca ci dice che ad un certo punto Zaccheo si alzò in piedi, assumendo la postura di chi fa una promessa, e disse: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo".
Che cosa ha spinto un uomo che aveva basato la sua intera vita sull’accumulo di ricchezze a scapito degli altri a dare improvvisamente così in maniera così generosa? Il 50% dei suoi beni ai poveri? Te lo immagini? Chi fa mai così? La maggior parte dei credenti non mette nemmeno da parte una decima intera del 10%. Perché Zaccheo prese questo impegno? E una restituzione di quattro volte a chiunque avesse truffato? La Legge mosaica richiedeva solo il 20%, non il 400%! Perché Zaccheo improvvisamente decise di vivere in un modo completamente diverso?
È il risultato della trasformazione del cuore. Gesù risponde: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abramo”. Zaccheo non è stato salvato perché cambiò vita; piuttosto, la sua vita cambiò perché Gesù lo aveva salvato. Queste opere buone di dare ai poveri e di risarcire coloro che aveva truffato erano il risultato del vangelo al lavoro nel suo cuore. È questo il potere del Vangelo!
Vedete, quando il Vangelo è comunicato ai nostri cuori, inizia a trasformarli – gli stessi cuori che ci spingono a un comportamento peccaminoso. Cominciamo a cambiare a causa del Vangelo. Non dobbiamo più mentire, perché la nostra reputazione non più è così importante per noi. Non dobbiamo imbrogliare e rubare, perché nessuno può toccare il nostro vero tesoro. Non dobbiamo guardare dall’alto gli altri, con aria di sufficienza, né giudicarli con un atteggiamento ipocrita, perché il nostro senso di autostima si trova in Cristo, non in noi stessi.
Non agiamo più moralmente semplicemente perché è nel nostro vantaggio o ci fa sentire meglio riguardo a noi stessi. Invece, diciamo la verità, manteniamo le nostre promesse e mostriamo la compassione verso gli altri per amore di Colui che è morto per noi. Il Vangelo ci porta a fare la cosa giusta, non per il nostro bene, ma per amore di Cristo, per il desiderio di emulare, compiacere e amare il Figlio dell'uomo che è venuto a cercare e salvare i perduti.
Dio è sempre stato il grande Cercatore! Ha cercato nostro padre Adamo quando Adam si nascose per la vergogna. Ha cercato Abramo in Ur dei Caldei e lo ha portato a Canaan. Ha cercato Mosè nel deserto e gli parlò dal roveto ardente. Ha cercato Israele in Egitto e la portò verso la Terra Promessa. Cercava Davide quando aveva solo un pastorello e lo unse re d'Israele. Ha cercato Saulo di Tarso, quando stava perseguitando la chiesa di Cristo e fatto lui il più grande apostolo.
E lui ti ha cercato. Oggi è ancora il giorno della salvezza, e Gesù sta ancora cercando e salvando i perduti. Nessuno di noi è qui questa sera per caso. Gesù ci ha portato qui, e ci chiama a se stesso. Solo il suo potere può trasformare e cambiare i nostri cuori interiormente. Riponete su di lui la vostra fiducia e seguitelo con tutto il cuore senza paura. Amen.